Approccio etologico nei disturbi ossessivi degli animali da compagnia
Il disturbo ossessivo-compulsivo (CD/OCD) nei compagni animali è un’area di crescente interesse nella ricerca in medicina veterinaria, data la sua complessità e la sfida diagnostica che rappresenta. I comportamenti ripetuti derivano da comportamenti normali con sequenze alterate, come leccarsi eccessivamente o eseguire rituali senza scopo, spesso osservati in cani e gatti e possono derivare da una varietà di fattori ambientali e genetici.
Non esiste ad oggi un consenso unanime su quale sia il limite tra normale e patologico, e spesso comportamenti ritualistici e ripetitivi che sono eccessivi rispetto a quanto necessario per una corretta funzione e senza interferire con il funzionamento quotidiano, vengono ricompresi nei disturbi patologici.
La ricerca attuale mira a distinguere tra comportamenti normali e patologici, in particolare per quanto riguarda la ripetitività, la frequenza e la ridondanza delle azioni, per fornire strumenti clinici migliori per la diagnosi precoce e l’intervento.
Lo studio sul comportamento del gatto
Nello studio sui comportamenti stereotipati e ritualistici in cani e gatti, è stata analizzata la presenza di comportamenti compulsivi in 26 video forniti dai proprietari di animali. Non è stata riscontrata una correlazione significativa tra i comportamenti compulsivi e la specie o il sesso degli animali.
L’analisi ha messo in luce che la frequenza di azioni funzionali e non funzionali (NFA) è simile tra gli animali con disturbo ossessivo-compulsivo (CD/OCD) e il gruppo di controllo, tuttavia, gli NFA si manifestano con una frequenza diversa tra i due gruppi. In particolare, il leccamento a vuoto, un comportamento non funzionale, è emerso come un fattore predittivo significativo del CD/OCD, Nelle sequenze comportamentali legate al leccamento
Questo comportamento non necessario per il compimento del task di pulizia potrebbe suggerire che gli NFA svolgono un ruolo chiave nella caratterizzazione del CD/OCD. Tali risultati evidenziano l’importanza di considerare non solo la ripetizione dei comportamenti ma anche la loro funzionalità o mancanza di essa, nel diagnosticare i disturbi compulsivi negli animali da compagnia. Inoltre, la persistenza degli NFA può suggerire la natura patologica di tali comportamenti, che si discostano dall’obiettivo pratico e si manifestano in maniera maladattiva.
Questo studio sottolinea la necessità di approfondire la ricerca sui meccanismi neurali, neurochimici e comportamentali che sottendono questi comportamenti, per sviluppare strategie preventive e interventi terapeutici più efficaci.
Conclusioni
La ricerca ha dimostrato che i comportamenti ripetitivi anormali negli animali da compagnia possono essere meglio compresi e diagnosticati attraverso la comprensione dell’etologia e delle sequenze comportamentali, un’analisi dettagliata dei loro schemi motori, e particolare attenzione alla ridondanza delle azioni.
Questo approccio basato sull’etologia offre nuove prospettive nella diagnosi di CD/OCD, suggerendo che la presenza di azioni non funzionali possa essere un indicatore chiave della condizione.
Inoltre, questi risultati aprono la strada a strumenti clinici più efficaci per la valutazione comportamentale e il trattamento di CD/OCD in cani e gatti, migliorando così il benessere e la qualità della vita degli animali affetti
Articolo completo
Obsessive compulsive/compulsive disorder in companion animals: An ethological approach
Stefania Uccheddu, Ludovica Pierantoni, Laura Ventura, Luca Gambolo, Matteo Tonna